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Il Quartiere: dal Cortile ai Social Network
Il processo di urbanizzazione ha caratterizzato la storia dei paesi industrializzati occidentali addensando le esperienze del passato in un modello completamente nuovo di vita. Il passaggio dalla vita rurale alla vita urbana è stato per gli individui ciò che ha segnato il nuovo modo di percepire lo spazio della convivenza. Fin dalla sua origine l'esperienza urbana, emblema della modernità, ha sembrato promuovere e facilitare la dimensione dell'incontro tra gli esseri umani. E' nella città che la convergenza e la prossimità si combinano e le traiettorie personali si intrecciano, portando all'emersione di una nuova soggettività. Nascono, quindi, con il "boom" economico e la conseguente massiccia urbanizzazione, i "nuovi quartieri" e con essi gli spazi pubblici che diventano l'elemento chiave di connessione delle esperienze. Sono questi posti a fare dei centri urbani degli elaboratori di cultura e socialità, dei sistemi di comunicazione, delle fonti di democrazia, delle sedi di impegno civico. Il luogo pubblico è la perfetta sintesi fra spazio fisico e spazio dei flussi, perché esso è il luogo della coesione e dell'interscambio sociale. Lo spazio pubblico può essere una piazza, un parco, un viale, o lo spiazzo intorno a delle panchine, o davanti a una scuola o ad una biblioteca. In ogni caso gli elementi fondamentali sono la spontaneità delle relazioni e la densità delle interazioni. E oggi? Con la progressiva dissoluzione di tali spazi pubblici sotto la pressione della privatizzazione della città cosa ci rimane? In un'era in cui gli antropologi definiscono il luogo come "zona di contatto" e i sociologi usano l'espressione "connettività complessa" come sinonimo di globalizzazione diventa fondamentale non tanto essere "vicini" ma essere connessi. Nell'era delle telecomunicazioni si crea una città virtuale, un "ipermetro" dell'intero pianeta, una "omnipolis" basata sulla prossimità temporale, il che significa stabilire una scarsissima relazione con il territorio e avere una perdita significativa dei luoghi di aggregazione sociale. Quindi è ancora possibile oggi avere città con spazi sostenibili in linea con il genius loci anche se ormai lontano nei tempi e sedimentato solo nell'immaginario o è solo utopia? Il progetto intende indagare il significato di Comunità nelle generazioni passate e in quella odierna nel quartiere San Rocco di Aosta. Il lavoro si sviluppa alternando immagini "evocative"di luoghi pubblici che ora non esistono più o sono diventati altro ma che per varie generazioni hanno significato aggregazione e socialità e i ritratti delle persone che hanno frequentato i suddetti luoghi. Inoltre analizza cosa significa Comunità e aggregazione nella generazione contemporanea segnata dalla totale assenza di luoghi pubblici e la massiccia presenza dei mondi virtuali e dei Social Network.